Venerdì 16 e sabato 17 dicembre la reliquia di sant’Antonio arriverà a Trieste per celebrare un importante anniversario. Proprio cento anni fa, infatti, veniva fondata la fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Santa Maria Maggiore in Trieste. L’anniversario diventa dunque occasione per alcuni momenti di preghiera e di approfondimento sul santo più popolare al mondo, Antonio di Padova, ma anche per raccontare il progetto di #Antonio2022, straordinaria esperienza di fede e devozione che ha attraversato la Penisola, sui passi di Antonio, da Capo Milazzo a Padova, nel 2022, con due “prodromi” nel 2021 in Romagna, in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto.
Fitta la due-giorni in programma: venerdì 16 dicembre la reliquia sarà accolta alle 10.30, alla presenza dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, nella chiesa di sant’Antonio Taumaturgo, dove alle 11 sarà celebrata la Santa Messa.
Nel pomeriggio, alle 17, la reliquia arriverà nella chiesa di Madonna del Mare in piazzale Rosmini. Alle 17.30 la recita del santo rosario, alle 18 la celebrazione della santa messa presieduta dall’arcivescovo Crepaldi. Alle 18.45, sempre presso la parrocchia di Madonna del Mare, la conferenza “Sulle orme di Antonio: la devozione e la sua presenza in Friuli Venezia Giulia”. Interverranno Alberto Friso, giornalista e responsabile del Progetto Antonio2022, appartenente all’Ordine Francescano Secolare, padre Giovanni Milani, ofm conv, referente Peregrinatio della reliquia e padre Luigi Bettin, ofm, Assistente Regionale OFS.
La giornata si chiuderà alle 20.30, sempre nella chiesa di Madonna del Mare, con la veglia di preghiera per giovani “I cinque segni antoniani. Libro Fuoco Pane Giglio Bambino”.
Sabato 17 dicembre, prima di rientrare a Padova, la reliquia di sant’Antonio farà sosta tra i suoi confratelli nella chiesa di san Francesco, in via Giulia, dove, alle 8.30, sarà celebrata la santa messa.
«La reliquia del Santo – ha scritto l’arcivescovo Crepaldi in una lettera ai fedeli triestini– sarà venerata nella chiesa a lui dedicata, Sant’Antonio Taumaturgo, e in altri luoghi francescani della nostra Diocesi. Mi preme qui evidenziare l’opportunità pastorale di profittare di questa straordinaria occasione per rinnovare la nostra devozione al Santo dei miracoli, già tanto amato e popolare in mezzo al popolo di Trieste».